Santa Maria del Pino oggi santissima Annunziata

In summis Boream versus collibus, pene quos transmitti Taurinum solet, procul eminentes spectabis sedes Carmelitarum cum Ecclesia - cui Beatae Mariae de Pinu nomen - Parochialis. (“Sull’alto delle colline a nord di Chieri, là dove si passa per andare a Torino, si vede da molto lontano il monastero dei Carmelitani e la chiesa parrocchiale di Santa Maria del Pino”).
Così scriveva nel 1682 Pietro Gioffredo nel Theatrum Sabaudiae, il sontuoso libro voluto dai Duchi di Savoia per far conoscere all’Europa la dignità e la bellezza del loro Ducato, nel quale la chiesa e il convento erano da segnalare.
Il luogo eminente e la posizione del poggio su cui fu costruita le hanno conservato sino a oggi, nella nuova realtà abitativa affollata di case, la funzione di riferimento che la distingueva in passato, e preservata intatta la suggestione del suo sagrato.

Se l’edificio attuale risale nelle strutture fondamentali alla seconda metà del 1600 ben più antica è la vicenda storica della chiesa già nel sec. XIII dedicata a Santa Maria
Un castello militare, sul sovrastante colle di Montosolo, e una strada che collegava Chieri e il suo retroterra alla strade verso i valichi del Moncenisio e del Gran San Bernardo, caratterizzavano il luogo nel 1253 quando ne abbiamo la prima notizia. Non sappiamo da chi fosse officiata e neppure ne conosciamo le dipendenze gerarchiche. Solo un documento del 1327 attesta l’esistenza accanto alla chiesa di un ospedale, forse gestito dai Frati dell’Ordine dei Betlemmitani, presenti anche in altri punti della stessa strada, lungo la quale le loro fondazioni di accoglienza rappresentavano altrettanti luoghi di tappa per i viandanti, pellegrini, mercanti, o funzionari che fossero.

Nel corso del ‘400, in concomitanza con lo sviluppo della vita stabile in collina e con il fervore operativo che caratterizzò il chierese in questi anni, la chiesa antica ormai in rovina, dopo un periodo di presenza di frati francescani, fu ricostruita sotto il patronato di due famiglie di mercanti chieresi, i de Sartoribus e gli Opesso nel 1462.
A fine secolo vennero chiamati a reggere la chiesa i frati Carmelitani che con la loro presenza stabile, e la loro attività spirituale divennero un punto di aggregazione per le famiglie delle cascine, o dei “tetti” come allora si diceva, sparsi sulla collina con cui condivisero i tempi difficili delle guerre e delle pestilenze del ‘500.

La chiesa venne eretta in parrocchia nel 1584, mentre già all’inizio del ‘600 è documentata la diffusione di una Compagnia del Carmine, che contribuì a consolidare i legami di solidarietà tra le famiglie del luogo. A metà del secolo il convento fu animato dalla presenza di padre Gambaldo promotore di un rinnovamento spirituale dell’ordine carmelitano e anche della ricostruzione del convento e della chiesa, terminata nel 1682.
Il disegno del Peghino con il progetto di inserimento della chiesa in un percorso devozionale di un Sacro Monte dedicato al Carmelo costituisce la prima descrizione cartografica del luogo e ne attesta l’importanza raggiunta.

Pochi anni dopo, nel 1694, il convento dei Carmelitani offrì la sede alle prime riunioni del Comune di Pino, formatosi in quell’anno in seguito alla separazione amministrativa dal Comune di Chieri.

Nel 1802, durante l’occupazione francese, il decreto di soppressione degli ordini religiosi regolari e di confisca dei loro beni, firmato da Napoleone, pose fine alla presenza dei Carmelitani a Pino durata trecento anni.
La parrocchia fu da allora affidata al clero secolare che ne continuò l’opera spirituale e pastorale.

Elena Chiri Pignocchino