Due impegni per Kenya e Sud Sudan

 

Sabato 29 febbraio alle ore 21 presso il teatro Le glicini

 

Presentazione dei progetti del Comitato di Collaborazione Medica che sosteniamo come comunità parrocchiale nell'ambito della Quaresima di Fraternità 2020.

 

Con la partecipazione della Compagnia Otto Playbak Theatre

 

Locandina QdF2020 Pino Torinese low 0001

Locandina QdF2020 Pino Torinese low 0002

 

 ONE HEALTH

 

Attività 1: Creazione di un’unità di malattia zoonotica

Le comunità di pastori seminomadi di Isiolo, in Kenya, vivono principalmente di allevamento e agricoltura. Il riscaldamento globale sta inaridendo sempre più questa terra, costringendo gli uomini ad allontanarsi con il pascolo dal villaggio per cercare cibo e acqua. L’acqua che trovano è quasi sempre contaminata e compromette notevolmente la salute dei cammelli. Un cammello ammalato rappresenta non solo un grave disagio per il pastore (non può né mangiarlo né rivenderlo), ma anche un grave pericolo: le malattie infettive tra animale e uomo (le zoonosi) si diffondono molto rapidamente in condizioni di scarsa igiene. L’unica cura possibile è la prevenzione del contagio.

Per questo sono state attivate le unità di malattie zoonotiche, cioè gruppi di operatori sanitari e veterinari che si occupano di garantire la prevenzione e il controllo nei settori della salute umana e animale. Nella contea di Isiolo l’unità non è ancora presente per un mancato sostegno tecnico ed economico, nonostante nell’area siano diffuse diverse zoonosi.

Grazie al vostro sostegno durante la Quaresima di Fraternità, potremo crearla.

Attività 2: Formazione degli operatori di comunità sulla gestione e la prevenzione delle zoonosi

Queste comunità vivono lontani giorni di cammino dalle strutture sanitarie più vicine. Diventa essenziale che all’interno dei villaggi siano presenti delle persone che possano funzionare da “antenne”, in modo da cogliere tempestivamente segnali di pericolo per la salute umana e animale e riferire i casi alle strutture competenti. Per questo motivo gli operatori comunitari devono essere formati non solo sulle pratiche igieniche, sulla trasmissione delle zoonosi e la prevenzione di esse, ma devono essere anche in grado di trasferire conoscenze e buone pratiche di base alla comunità, attraverso momenti di educazione e informazione tra pari.

Grazie al vostro sostegno durante la Quaresima di Fraternità, potremo formare 20 operatori di comunità, 20 incaricati della segnalazione delle malattie e 20 membri del comitato di gestione dei pascoli.

Attività 3: Formazione di leader tradizionali e religiosi e loro coinvolgimento in attività di formazione durante eventi di aggregazione della comunità

I leader tradizionali e religiosi sono il punto di riferimento per la comunità, i veri agenti del cambiamento. La loro influenza è decisiva nelle scelte all’interno del villaggio e la loro presenza agli eventi comunitari essenziale. La diffusione dell’adozione di buone prassi igieniche per le famiglie e il bestiame deve passare attraverso i leader tradizionali e religiosi (capi del villaggio, sacerdoti e imam): essi fungeranno da messaggeri educativi durante preghiere, eventi agricoli e feste religiose.

Per questo motivo organizzeremo 4 seminari nell’arco dell’anno con il coinvolgimento di 10 leader tradizionali e religiosi. 

 

 

SUD SUDAN

In Sud Sudan c’è un operatore sanitario ogni 65.000 abitanti, il 10% di quello che sarebbe necessario per garantire servizi adeguati. In Italia abbiamo 3,8 medici ogni 1.000 abitanti. Gli ospedali sono pochissimi e difficili da raggiungere: diventa centrale allora il ruolo dei centri sanitari diffusi sul territorio come punto di riferimento per chi ha bisogno di cure. Nei centri sanitari lavorano infermieri, ostetriche e operatori di comunità che monitorano le gravidanze, e si occupano di prevenzione e di lotta alla malnutrizione. Attraverso le 4 visite prenatali si individuano nelle donne in gravidanza eventuali problematiche o altri fattori di rischio, in tempo utile per potervi rispondere al meglio. Dopo il parto, i bambini ricevono diversi vaccini che contrastano malattie che ancora oggi in Sud Sudan sono fatali (tetano, pertosse, polmonite, poliomelite, ecc) e vengono poi sottoposti a continui controlli per individuare casi di malnutrizione. Anche se non tutti si possono permettere un viaggio di giorni per raggiungere il primo ospedale, possono comunque ricevere cure e prevenzione grazie all’attività della clinica mobile, un fuoristrada equipaggiato per fornire i servizi di un piccolo ambulatorio. La clinica mobile visita periodicamente i villaggi più lontani e, mentre alcuni operatori sanitari visitano e vaccinano, altri si occupano di spiegare alla comunità l’importanza della vaccinazione, della prevenzione e delle buone prassi igieniche.

 

 

BORESHA MAISHA – ALTERNATIVE DI VITA PER BAMBINI DI STRADA E MINORI

Dal 2017 a oggi, il progetto ha contribuito a registrare un notevole incremento nel numero degli accessi ai servizi sanitari, soprattutto in termini di autonomia dei beneficiari: attualmente molti vi si recano da soli o accompagnati da qualche amico (ex paziente della clinica). Grazie all’avvio dei servizi curativi a Pangani il trend degli accessi ai servizi è migliorato del 28% per i bambini al di sotto dei 5 anni di età, del 68% per i giovani tra i 10 e i 24 anni e del 90% per gli adulti. Durante le formazioni sul campo, le sessioni di educazione medica continuativa, le discussioni o le consulenze sui casi, lo staff della Clinica viene affiancato da quello del CCM e dai Community Health Volunteers (CHV volontari comunitari), garantendo così ottimi risultati. Un esempio? Le sessioni di primo soccorso che hanno trattato le modalità di comportamento di fronte a casi di rianimazione cardiopolmonare, bruciature, fratture e soffocamenti hanno coinvolto ben 80 CHV nel nuovo edificio della Clinica di Pangani.

Per quanto riguarda le sessioni sportive, è stato necessario il trasferimento in un altro campo da calcio a causa di problemi di sicurezza all’interno dello slum di Mlango Kubwa. Nonostante un primo momento di assenteismo, i 10 incontri svoltisi durante i mesi di settembre, ottobre e novembre, hanno coinvolto una media di 48 partecipanti a sessione.  Anche l’accademia di calcio avviata ad aprile procede con ottimi risultati: il gruppo è coeso e i giovani si supportano l’un l’altro. Come tutte le attività sportive di Boresha Maisha, l’obiettivo dell’accademia si sviluppa su tre programmi: lo sviluppo tecnico-tattico dei calciatori, il rafforzamento delle competenze di vita di ciascun giocatore e lo sviluppo del lavoro di squadra. I giovani vengono messi in condizione di usufruire delle opportunità del territorio, sia lavorative che formative: due giovani hanno ottenuto un supporto scolastico da altre due organizzazioni e 4 rifugiati hanno partecipato a una formazione di più giorni di una terza organizzazione. Inoltre, un giovane rifugiato ha trovato lavoro… e senza l’ausilio di CCM! Alle giovani donne invece è stato riservato un percorso di sensibilizzazione sull’accesso al lavoro, l’accesso ai servizi sanitari e di lotta alle barriere culturali. Le attività in cui sono state coinvolte non erano solo di formazione sanitaria (primo soccorso, gastriti, dolori addominali e le loro conseguenze), ma anche sportive e mirate a generare reddito, come la preparazione dello yogurt, del sapone liquido e degli snack di sesamo.

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