20231208 Pino SS Annunziata Immacolata

in chiesa alla SS. Annunziata, ore 21
insieme  con i vespri solenni e una preghiera per la pace:

adulti e giovani hanno guidato i vespri, i ragazzi hanno animato canto e musica
supportati e guidati dalla maestra Cristina Meloni e dall'organista Alessio Golzio.
Serata molto bella di preghiera.

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Riflessione sul Vangelo
(a cura del gruppo parrocchiale dell’Azione cattolica)

 

Dal Vangelo di Marco (5, 21- 43)

Essendo Gesù passato di nuovo in barca all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: "La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva". Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata". E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.

E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: "Chi ha toccato le mie vesti?". I suoi discepoli gli dissero: "Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: "Chi mi ha toccato?"". Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male".

Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: "Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?". Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: "Non temere, soltanto abbi fede!". E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: "Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme". E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: "Talità kum", che significa: "Fanciulla, io ti dico: àlzati!". E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

 

Il racconto del Vangelo ci presenta due vicende, una accanto all’altra, una dentro l’altra: la richiesta di uno dei capi della sinagoga di salvare la figlia morente, e la donna ammalata da tempo di perdite di sangue che cerca la guarigione. La scena è movimentata: una barca ha attraversato il lago, la folla si raduna intorno a Gesù, un padre corre per chiedere aiuto, molta gente si stringe intorno al maestro lungo la strada, una donna tocca la sua veste. E poi il vociare della folla, la ressa intorno alla casa di Giàiro, il pianto e le forti urla per la morte della bambina. Gesù è dentro quella confusione, tra le persone che si accalcano. È chiamato per curare sofferenze inguaribili. È spinto dentro la vita delle persone che lo chiamano. Per la strada, il suo corpo è a contatto con quello delle altre persone; le sue parole si mescolano a quelle di uomini e donne: a chi dare ascolto? Eppure, dentro quella calca, Gesù raccoglie le richieste di aiuto, molto umane, tutte umane: Giàiro chiede la salvezza per la figlia che sta morendo; una donna chiede che sia fermata l’emorragia di sangue che la tormenta da anni.

Dio non fa preferenze di persone: Gesù ascolta allo stesso modo Giàiro, tra le persone importanti del paese, e la donna che per la sua malattia è messa ai margini da tutti perché considerata impura. Non importa quali siano le condizioni di partenza: Giáiro e la donna malata si affidano al mistero di misericordia di Dio e vivono quello che la madre di Gesù ha sperimentato nel momento dell’annunciazione. La potenza di Dio – che è amore – è mettere al primo posto gli ultimi, è rendere grandi i piccoli. Come annuncia il canto del Magnificat, «Dio ha spiegato la potenza del suo braccio… ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati».

La potenza di Dio non prevarica, non usa la forza e tanto meno la violenza. Il contatto di Gesù con quell’uomo e quella donna, con ogni uomo e ogni donna, ha la stessa intensità della misericordia di Dio. In quella giornata tumultuosa, Gesù prende per mano e guarda negli occhi chi chiede di essere liberato dal male e dalla morte. Gesù agisce, ma i suoi gesti vengono dopo che l’uomo e la donna, che hanno perso ogni speranza, si sono messi per strada per andare a cercarlo e, nella loro disperazione, si aprono alla salvezza. Prima ancora di restituire la salute e di ridare la vita, Gesù parla a tu per tu con chi lo cerca, entra in contatto, accompagna verso la liberazione dalla schiavitù del male, solleva insieme verso una vita nuova. L’incontro con Gesù è l’incontro con l’amore di Dio, è affidarsi al mistero della salvezza che è condividere la scelta di Gesù di donarsi gratuitamente all’umanità. Conoscere Gesù è entrare in contatto con una nuova dimensione dell’esistenza, è uscire da sé stessi e guardare in alto e più avanti, nel Verbo che si è fatto carne. Conoscere Gesù è fare esperienza dell’amore di Dio, un’esperienza che cambia la vita perché fa vedere nel volto di chi è ultimo la presenza reale di Dio. La spiritualità è “toccare con mano” l’amore di Dio, nella concretezza delle nostre giornate, anche quando la malattia, le violenze, la guerra, la morte non hanno senso. Maria ha trovato nel fatto insensato di essere madre del figlio di Dio il senso della sua vita, il senso della vita. Si è fidata di una promessa che non riguardava soltanto lei, ma che, anche attraverso di lei, ha abbracciato tutta la storia e tutto il creato: come canta il Magnificat, «di generazione in generazione la misericordia di Dio si stende su quelli che lo temono». La misericordia di Dio è come una mano che solleva e protegge, che libera e avvolge chi teme Dio, in altre parole chi ha fatto dell’amore la legge della sua vita.

Giàiro insiste, ha una voce sommessa e disperata. La donna ha un tocco lieve, ma non casuale: tocca in modo intenzionale la tunica di Gesù. E la risposta di Gesù è altrettanto intenzionale. Gesù si ferma, cerca proprio lei che l’ha sfiorato e la cura. Segue Giàiro fino nella sua casa e prende la mano della bambina. La condizione per la liberazione dal male è la fede che il male, alla fine, non vincerà sull’amore, che la morte non prevarrà sulla vita. Il contatto con Gesù crea una relazione, uno scambio di vita, un intreccio di esistenze, che va oltre la guarigione fisica, ma che riguarda anche la vita fisica. Gesù dice infatti alla donna: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». E al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». Chiama per nome la figlia di Giàiro e le dice: «Talità kum… Bambina, io ti dico: àlzati!». La fede nella vita di Dio diventa la nostra vita, nonostante la nostra fede traballante e i passi incerti. Anche tra la folla possiamo incontrare Gesù e dire come Maria: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore». Dio ha guardato con riconoscenza l’«umiltà della sua serva». L’umiltà di Maria è l’umiltà di chi vuol capire, ma che riconosce di non capire tutto. L’umiltà della fede di Maria le consente  di superare i dubbi e le paure della maternità. È l’umiltà di chi continua a procedere nel buio della notte, e si affida comunque a una promessa. Alla fine, anche se non tutto ci è chiaro, Maria ci invita a metterci in cammino, a provare stupore per l’amore che resiste nonostante tutto, a creare legami di fraternità senza paura, per avvicinare noi stessi e gli altri a Dio. A essere con la nostra vita, per noi e per chi ci incontra, una piccola occasione di salvezza.

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L'associazione Santa Maria del Pino propone un viaggio a BARBIANA, nei luoghi di don Milani, e a Lucca

 

Questo il programma:

 

Venerdì 27 ottobre

Partenza al mattino da Pino in direzione Toscana/Mugello.

Pranzo in corso di viaggio.

Alle ore 14.30 circa visita alla Scuola di Barbiana

Precisazione importante: dato che l’ultimo tratto di strada che porta a Barbiana è molto stretto e lo spazio a Barbiana non è eccessivo, raggiungeremo la Scuola con pulmini/navetta idonei al tipo di  strada per evitare l’affaticamento della salita/discesa.

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Nel tardo pomeriggio spostamento in hotel a Lucca  quindi sistemazione, cena e pernottamento.

 

Sabato 28 ottobre

Prima colazione in hotel. 

Visita guidata  alla bellissima città di LUCCA, nota per  la sua cinta muraria rinascimentale che circonda il centro storico e per le strade acciottolate, casa natale del grande compositore  Giacomo Puccini, ora diventata un museo.

20230920 Pino SS Annunziata Viaggio a Lucca

Pranzo in corso di viaggio.    

Ritorno a Pino Torinese previsto in serata.

 

 

Quota di partecipazione per persona in camera doppia, euro 400,00.

Supplemento in camera singola, euro 50,00.

La quota comprende:

  • Trasporto in bus GT come da programma, incluso vitto/alloggio autista e ingressi ZTL ove richiesti
  • Sistemazione in hotel 3*** per 1 notte in camere doppie/singole con trattamento di mezza pensione (cena 3 portate + bevande ¼ vino e ½ minerale) 
  • www.hotelbernardino.com 
  • Due pranzi in ristorante o agriturismo: 3 portate + bevande ¼ vino e ½ minerale
  • Visita della Scuola di Don Milani: 2 ore circa – a cura della Fondazione Don Milani
  • Servizio pulmino di salita/discesa alla Scuola
  • Visita guidata di Lucca: 3 ore circa
  • Assicurazione viaggio sanitaria + bagaglio

La quota non comprende tassa di soggiorno da saldare direttamente in hotel.

Eventuale assicurazione facoltativa nel caso di annullamento, euro 30 circa per persona.                        

Prenotazione e versamento quote in Segreteria (tel. 011843171) entro il 25 settembre. 

Acconto di euro 200,00

Nei giorni precedenti il viaggio, ci sarà un momento di presentazione/riflessione sull’Opera di don Milani.

 

 

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A PARTIRE DAL LIBRO

“LA BIBBIA. UNA STORIA, DUE AUTORI: DIO E L’UOMO” DI BRUNO BARBERIS.

B.Barberis ha ricoperto per vent’anni la carica di Responsabile del Settore dell’Apostolato Biblico dell’Ufficio Catechistico Diocesano di Torino ed è attualmente membro della Commissione Pastorale dell’Ufficio Liturgico Diocesano e della Consulta per la Pastorale scolastica. Da molti anni è docente dei corsi di “Formazione biblica”e “Tecniche di lettura”presso l’Istituto Diocesano di Musica e Liturgia di Torino. Laureato in Matematica è Professore Associato di Fisica Matematica presso il Dipartimento di Matematica dell’Università degli Studi di Torino.

 

12 ottobre 2023 ore 21

Introduzione al libro e alla sua genesi. La Bibbia: il libro più conosciuto al mondo: anche il più letto? Cosa contiene la Bibbia: libro di storia, libro di racconti mitici o trattato di teologia?

 

19 ottobre 2023 ore 21

Chi ha scritto la Bibbia? È parola di Dio o parola di uomini? Come interpretarla? Le pagine difficili della Bibbia.

 

26 ottobre 2023 ore 21

Leggere la Bibbia oggi: nella liturgia, nella catechesi, nella preghiera.

Le iscrizioni

 

Primo anno: GIOVEDÌ 21 settembre ore 21

Secondo anno: MARTEDÌ 19 settembre ore 21

Terzo anno: MERCOLEDÌ 20 settembre ore 21

Quarto anno: LUNEDÌ 18 settembre ore 21

 

 

 

Catechesi, liturgia, comunità

per

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PRIMI INCONTRI

Primo anno: giovedì 9 novembre ore 16.45

Secondo anno: martedì 3 ottobre ore 16.45

Terzo anno: mercoledì 4 ottobre ore 16.45

Quarto anno: lunedì 2 ottobre ore 16.45

Gruppo Cresima scorso anno: giovedì 28 settembre ore 16.45. Dopo la Santa Messa don Mimmo ha piacere di parlare ai genitori.

Cresime 22 ottobre mattino e pomeriggio.