Un libro al mese... una proposta della redazione per riflettere: temi contemporanei, esperienze e spunti per la nostra esistenza. La redazione riceve volentieri suggerimenti e indicazioni, riservandosi la scelta delle recensioni da pubblicare.

 

01 Michela Murgia Tre ciotole

 

 

Tre ciotole di ceramica bianca e blu: un tentativo riuscito di ritualizzare i pasti della giornata quando si ha a che fare con le nausee dovute a periodi di inappetenza o di troppo cibo.

Riempirle di alimenti più o meno graditi, divisi per tipo e quantità, imponendosi di svuotarle per la fine della giornata: un modo per risolvere un problema.

Ogni difficoltà, ogni crisi ha bisogno di rituali che l’aiutino ad essere superata per evitare il crollo mentale e fisico di colui che la sta vivendo.

Questo libro è l’ultimo regalo di Michela Murgia, scrittrice sarda, morta a Roma il 10 agosto a soli 51 anni.

Dodici storie, dodici momenti critici che ognuno di noi potrebbe trovarsi ad affrontare, senza riuscire a comprenderne la portata e a venirne fuori.

Protagonisti delle storie, personaggi senza nome - dunque universali - di età molto diversa tra loro, che stanno attraversando cambiamenti radicali.

Storie di crescita adolescenziale, di abbandono, di perdita del lavoro o di un amore, di lotta alla pandemia, di gravidanze negate o di uteri in affitto, di lutti, di morte e di vita…

Racconti che si intrecciano e mettono in rilievo contraddizioni, atteggiamenti ridicoli o razionalmente ingiustificabili, con un unico punto in comune che li lega strettamente: la sofferenza.

Michela Murgia, con il suo lessico ricco e puntuale, con il suo stile graffiante che spazia dal comico all’ironico raggiungendo punte di sarcasmo irresistibile, discorre della sofferenza senza pesantezza.

Riesce persino a fare della morte un argomento come un altro, non più un tabù, ma qualcosa che, appartenendo alla vita, può essere trattato e dibattuto liberamente. E poiché sappiamo bene che l’autrice sta anche parlando della propria morte, occorre apprezzarne il coraggio e la lucidità. A questo proposito è illuminante una sua frase: “È più facile scendere da una montagna che salirci, ma il panorama è migliore visto dalla cima.”

Leggere questo libro è pure un gesto di riconoscimento e di apprezzamento verso questa “piccola grande donna” combattente in prima linea contro le discriminazioni e i soprusi, sempre in difesa degli ultimi e della libertà riconosciuta a ognuno di poter esprimere le prorie idee senza divieti o costrizioni.

Michela Murgia è stata per un lungo tratto di vita responsabile a livello regionale dell’Azione Cattolica sarda; ha insegnato religione e conseguito un diploma in teologia.  Anche in questo ambito, molto di frequente, si è trovata “voce fuori dal coro” e, come tale, posta ai margini.

Riferisce Gennaro Ferrara sul quotidiano Avvenire del 12 agosto 2023: “Michela Murgia ha fatto a botte con la religione, non con la fede che mai ha rinnegato. È stata un’intellettuale credente che ha provato sempre nella sua coscienza, come nelle pagine scritte, a far dialogare la cultura e le istanze del nostro tempo con il Vangelo, con tutta la fatica e le incongruenze che questo comporta.”

 

01 Michela Murgia

 

Agosto 2023