«Come Tommaso Moro, chiedo a Dio tutti i giorni, la grazia del senso dell’umorismo, perché ti solleva, ti fa vedere il provvisorio della vita e ti fa prendere le cose con uno spirito di anima redenta. È un atteggiamento umano, ma il più vicino alla grazia di Dio». Sono queste le parole che Papa Francesco ha rivolto ai giornalisti presenti al G7 in Puglia, lo scorso giugno. Già precedentemente in Vaticano, nella Sala Clementina, aveva accolto 200 artisti e comici dicendo loro: «Voi unite la gente perché il riso è contagioso. È più facile ridere insieme. La gioia apre alla condivisione ed è il miglior antidoto all’egoismo e all’individualismo. Ridere aiuta anche a rompere le barriere sociali e a creare connessioni tra le persone». E se lo dice il papa…

In effetti anche noi crediamo molto in tali affermazioni, ed è proprio per questo - per aiutarci a esercitare un intelligente senso dell’umorismo che può soltanto «farci del bene e insieme far sorridere il nostro Creatore» - che proponiamo per l’estate alcuni libri in tema.

Giovanni BERTI (Gioba) Lorenzo GALLIANI

Le vignette del Signore sono infinite

13 Le vignette del Signore sono infinite

Giovanni BERTI (Gioba) Lorenzo GALLIANI

Nella vignetta del Signore 2

13 Nella vignetta del Signore 2

Pier Giorgio GIANAZZA

Ridi con i Santi

13 Ridi con i santi

Roberto BENOTTI (Robihood)

Sorrisi divini

13 Sorrisi divini

Roberto MERCADINI

La donna che rise di Dio (e altre storie della Bibbia)

La donna che rise di Dio

 

Si tratta di lasciarsi andare a sorridere anche di ciò che è estremamente serio, non certo per mancanza di rispetto nei confronti della Bibbia, bensì per rileggerla con la chiave dell’ironia e della leggerezza, moti dell’animo che non hanno niente a che fare con la superficialità.

Ognuno di noi possiede un lato umoristico, così come possono suscitarlo alcuni avvenimenti della nostra vita e quindi anche i personaggi e gli avvenimenti della Bibbia. I nostri autori, menti allenate e argute, li sanno trovare e sottolineare sapientemente, coinvolgendo il lettore in sane risate comunitarie.

  • Le mura di Gerico crollarono con un solo urlo del popolo di Israele”
    “Avranno preso lezioni dalla nostra catechista quando si arrabbia!!”
  • 1963 “Il Concilio ha rinnovato la Messa”
    “…non la testa di chi la celebra…”
  • 1980 Cardinal Martini: “È stato difficile fare il vescovo a Milano?”
    “No…Lì un Martini rosso piace a tutti!!”
  • “Perché l’avete iscritto a una scuola cattolica?”
    “Conoscendo mio figlio, per farlo studiare, serve davvero l’intervento di Dio!”
  • Ultima Cena: “Per questa volta pago io per tutti, la prossima facciamo alla romana!”
  • Crocifissione: “Sul peccato c’ho messo una croce”

Alcuni esempi, forse neppure i più divertenti, per rendere l’idea… Buon relax e divertimento!

Luglio - Agosto 2024

Accompagnamo la recensione di questo mese con un appuntamento da non perdere: don Luca Peyron  (direttore della Pastorale universitaria diocesana e regionale, coordinatore del Servizio per l’apostolato digitale. Teologo dell’Università Cattolica, già seminarista a Pino) presenta il suo libro nello scenario più appropriato e coinvolgente.

Sabato 18 maggio, ore 19,30, al PLANETARIO-infini-to di Pino Torinese, aperto al pubblico dalle ore 19,00.

La presentazione del libro sarà dalle ore 19,30 alle 20,30. L’evento è gratuito, ma per partecipare è necessario scaricare il biglietto d’ingresso (gratuito).  Parcheggio: via Osservatorio 20.

Per approfondimenti: https://www.planetarioditorino.it/it/la-bellezza-del-cielo-profondo/

Per prenotazioni: https://forms.gle/BCBbFoMwoHYXtY788 direttamente oppure rispondendo alla presente indicando nome e numero partecipanti.

Dopo la presentazione del libro di don Luca Peyron, sarà possibile visitare liberamente il Museo interattivo. La sfera del Planetario può ospitare al massimo 99 posti esauriti i quali non sarà possibile accedere alla sala. Invitiamo gli interessati a prenotarsi con sollecitudine.

11 Luca Peyron Cieli sereni

 

«Padre nostro che sei nei cieli…», così inizia la preghiera che ci ha insegnato Gesù, la nostra preghiera per eccellenza. Dove i cieli non rappresentano un luogo, come recita il Catechismo della Chiesa Cattolica, ma la maestà di Dio, la sua presenza nel cuore dei giusti. Eppure, quando preghi Dio, quando ne parli ai bambini, quando lo cerchi in qualche posto è quasi sempre al cielo che ti riferisci, è quasi sempre il cielo che indichi.

Gli amici dell’associazione Santa Maria del Pino ci hanno segnalato l’ultimo libro di don Luca Peyron e noi siamo ben contenti di consigliarne la lettura, perché è un libro che sa trascinarti facilmente in una bella storia d’amore, di passione e di riscoperta del firmamento e della fede.

Don Luca è un astrofilo veramente innamorato dello spazio. Lo esplora per lo più dal tetto della sua canonica, e con questo libro dimostra di saper coinvolgere anche i suoi lettori in questa sapiente esplorazione, ricca di stimoli e di riflessioni che conducono, o riconducono, continuamente al legame che ci lega a Cristo.

A cominciare dalla somiglianza dell’osservatorio astronomico con un monastero di clausura in cui è necessario escludere rumori e luci inutili per darsi a una contemplazione del qui e ora, per consegnarsi a una intimità che procura serenità, a una concentrazione che non è povertà, ma densità; per passare poi alla meraviglia del firmamento come spazio libero che ci è donato per vedere, capire, orientare la propria vita e il proprio cuore; per trovarci quando ci sentiamo perduti, per uscire dal grigio di una vita che ci appiattisce sempre di più sull’oggi, sul subito.

Il primo oggetto di osservazione di don Luca con il suo telescopio è la Luna, in quella che lui stesso definisce come la sua «prima vera emozione astronomica!» L’affascinante Luna dagli 8637 crateri, di cui almeno 5000 più grandi di 20 km di diametro, esito di collisioni con altri corpi celesti che si sono schiantati sulla sua superficie nel corso dei millenni; crateri che portano i nomi famosi di coloro che li hanno scoperti. E poi la luce, la luce che è relazione e dialogo. Quando l’Apollo 8 - prima missione umana a lasciare l’orbita della Terra, raggiungere e orbitare intorno alla Luna per poi tornare a casa - erano i giorni di Natale del 1968 e gli astronauti F. Borman, J. Lovell e W. Anders scelsero di leggere in diretta TV planetaria a tre voci le prime righe della Genesi: «Dio disse: Sia la luce! E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre» (Gen 1,3). La luce ci porta a vedere dove a volte preferiremmo le tenebre che nascondono. Il Vangelo di Gesù è pieno di ciechi, ma anche il nostro tempo lo è: di ciechi con la vista, ma che non riescono a vedere, che non vogliono vedere.

Molto interessante è anche la vicenda provvidenziale che ha permesso a don Peyron di acquistare il suo secondo e più potente telescopio, con il quale riuscirà ad ammirare il pianeta secondo per dimensione solo a Giove e con una composizione chimica simile: Saturno, con la sua fascia di anelli distinti da Cassini nel 1671. A tal proposito le stesse parole dell’autore rendono molto bene l’entusiasmo di cui è capace ogni volta che si trova a scrutare il cielo. Siamo su un terrazzo a Bocca di Magra: «Mi piazzo e cerco “il Signore degli anelli” che sarebbe dovuto essere più o meno vicino a Venere, bella lucente e splendente sull’orizzonte. Il cuore batte forte, il profumo del mare arriva in tutta la sua pienezza e quello stropicciamento della sveglia all’alba si stira veloce nelle sensazioni che sto provando. Attorno c’è solo lo sciabordio delle onde e il rumore attutito di qualche rimorchiatore dell’altro capo della costa. Il cuore che batte, un uccello che stride. Punto, cerco, inseguo» [pag. 75].

È normale che tanta bellezza, tanta meraviglia tu la voglia catturare per poterla raccontare, ricordare e soprattutto condividere. Questa è la possibilità che ti offre l’astrofotografia, tecnica portentosa che però potrebbe diventare anche una trappola, anzi, come dice don Luca, una grande trappola. Infatti, perché fai una foto astronomica? Per tirartela, per competere con te stesso o per mostrare ad altri tutta la bellezza del cielo sopra di noi? È per lodare Dio o per costruire un grande monumento al tuo Ego? In tale tentazione don Luca vede presenti tutti i rischi del peccato originale. Per uscirne bisogna vivere questa possibilità come un bene, un dono da condividere con gli altri. Il grande guaio dell’umano è sempre quello di dimenticare Dio quando raggiunge la cima, scordando le sue origini. Non sei arrivato per primo, ma sei arrivato anche tu dove altri sono arrivati prima di te. Questo per te deve essere motivo di gioia perché conferma il tuo essere ingegnoso: «Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda». [Sal 139,14]

A pensarci bene questo libro, anche se non ha immagini da mostrare, si presenta proprio come un dono da condividere, una passione da trasmettere ai lettori per contagiarli almeno un poco, un viaggio da compiere nello spazio, magari per trovare - come si augura don Luca - Qualcuno ad attenderci.

11 Luca Peyron

 

Maggio 2024

 

11 50 domande sulla fede Riccardo Maccioni

Nel mese di febbraio abbiamo avuto la fortuna di assistere alla presentazione di questo libro direttamente a cura del suo autore. Riccardo Maccioni è caporedattore di Avvenire, dove si occupa di informazione religiosa ed è autore anche di numerose altre pubblicazioni.

Alla richiesta sul perché abbia sentito la necessità di rispondere a tante domande che spaziano dalla curiosità religiosa, alla informazione religiosa, a temi più connessi alla fede, Maccioni risponde che spesso i cristiani pare che si vergognino di porre domande che ritengono banali ed invece hanno a che fare con un patrimonio religioso che sarebbe bene conoscere, non certo per accrescere la fede, che rimane comunque un atto non intellettuale, ma per non coltivare perplessità o errori circa la nostra religione.

L’autore ha riportato alcuni episodi di cui è stato testimone diretto. Due esempi per tutti: un papà allo stadio si sente porre dal figlio la domanda sul significato della affermazione: Beati gli ultimi. Dopo aver dato un’intelligente risposta - «Bisogna guardare il cuore della gente e non il loro essere arrivati ai primi posti nella vita» - questo papà ha definito tale frase come un proverbio, poi: «Ah no, è una frase della Bibbia» e ancora: «Ah no, è una frase dei Vangeli», quasi che la Bibbia e i Vangeli fossero due cose separate.

Nella redazione del giornale, attraverso un sondaggio, si è potuto constatare quante diverse definizioni esistono dell’Immacolata Concezione.  Ecco, le risposte alle domande del libro sono il tentativo di mettere ordine tra alcune confusioni di cui siamo vittime molto frequentemente anche noi cristiani.

I temi affrontati nel libro sono i più diversi (dallo stipendio dei preti, alla differenza tra Evangelici ed Evangelisti, al significato di ecumenismo…) e sono stati scelti provando a porsi domande circa l’esperienza di fede di molte persone.

Non ci resta che alimentare la curiosità del lettore riportando alcune di queste domande, ovviamente non le risposte, che non superano quasi mai le due pagine e sono sempre molto ben documentate e di facile lettura:

  • Che differenza c’è tra un prete diocesano e un religioso?
  • Quello che si usa a messa che vino è?
  • Quanto guadagna un prete?
  • Perché non ci possono essere donne preti?
  • Cosa sono i Vangeli canonici?
  • È obbligatorio leggere la Bibbia?
  • Cosa sono i dogmi?
  • Cosa significa Immacolata Concezione?
  • Un cristiano può credere nella reincarnazione?
  • Chi sono gli esorcisti e cosa fanno?
  • Perché pregare per le anime del Purgatorio?
  • La risurrezione vale anche per chi si fa cremare?
  • Il diavolo esiste davvero?
  • Bisogna credere agli Angeli?
  • Un divorziato può fare la comunione?
  • Perché bisogna dialogare con le altre religioni?

Buona lettura!

 

 

11 Riccardo Maccioni

Giugno 2024

10 Massimo Recalcati La legge della Parola

 

Se dovessimo definire sinteticamente questo libro diremmo: affascinante. Affascinante nella tesi che sostiene, ma anche nella sua stesura così ricca di riferimenti e di legami con altri autori e altre scienze.

Si è sempre pensato alla psicoanalisi come a una scienza atea, totalmente estranea alle religioni che, anzi, venivano da essa definite come costruzioni della mente umana per rendere più digeribile il dolore dell’esistenza. Massimo Recalcati, psicanalista tra i più noti in Italia, fondatore nel 2003 di Jonas Onlus (centro di clinica psicanalitica per i nuovi sintomi), autore di diversi testi, approfondendo le Sacre Scritture vi trova invece la presenza di grandi temi ereditati dalla psicanalisi. Ed ecco una nuova tesi: la psicoanalisi non soltanto non è estranea alla Bibbia ma presenta radici bibliche, radici nei miti biblici.

Il libro della Bibbia più indagato dallo scrittore è senza dubbio il libro della Genesi. Il dono della parola come ciò che costituisce la realtà, ovvero il nesso tra la parola e la sua potenza creatrice, rappresenta il primo grande tema biblico che si travasa nell’esperienza psicanalitica. Il Dio biblico si realizza pienamente nelle parole (così determinanti anche nel rapporto psicanalitico) con le quali crea il mondo e le creature. In seguito, il mito della costola perduta da Adamo per creare Eva come mito dell’origine del desiderio umano come ricerca nell’altro della parte più irraggiungibile di se stessi. Il mito del serpente che seduce con la promessa di far diventare l’uomo come Dio, di divinizzarlo. Il mito di Caino e Abele esperienza primaria dell’odio. L’uomo NON nato buono ma vittima di violenza e di invidia. E ancora il diluvio dei tempi di Noè, mandato da Dio non tanto per punire la malvagità degli uomini, quanto come ancora di salvezza per ricreare l’Alleanza perduta.

Mai tutto è morto, mai tutto viene distrutto da Dio. Sodoma e Gomorra sono esempi di come la furia di Dio non sia mai cieca: «La legge divina arretra, fa spazio all’eccezione, non è mai cieca, non agisce sulle vite umane come una sentenza senza possibilità di appello. È questo uno dei grandi temi che attraversa tutta la narrazione biblica e che non è per nulla estraneo alla psicoanalisi: come far esistere una legge che non si limiti ad esercitare la sanzione cruenta, il castigo necessario, ma che sia luogo di grazia e di possibilità di ricominciamento?» [pagg. 90-91].

Altro grande tema che la psicoanalisi eredita dal testo biblico è quello della verità che non può essere separata dalla responsabilità. Dio che chiede ad Abramo di sacrificargli il figlio Isacco inchioda Abramo; egli non fa esperienza di libertà ma dell’impossibilità di sottrarsi alla sua responsabilità. Abramo è l’uomo che, contrariamente alle due generazioni precedenti che hanno dimenticato Dio, sa rispondere alla chiamata di Dio, si apre alla trascendenza dell’Altro.

Non meno affascinante è la tesi di Recalcati su Giobbe e sul tema del senso dell’esistenza e soprattutto del senso della sofferenza nell’esistenza: «La scena che domina il libro di Giobbe è quella di un abbandono: l’uomo retto e giusto, timorato di Dio, viene lasciato cadere, rotola nella polvere e nella cenere e il suo corpo viene ricoperto di piaghe. La notte di Giobbe assomiglia a quella di Gesù nel Getsemani: il Padre non si cura del Figlio, non lo tutela, lo lascia nella solitudine più assoluta, il suo silenzio appare scandaloso di fronte al dolore dell’uomo. Ma dinanzi alla solitudine e al silenzio Giobbe non cessa di rivolgersi a Dio. Per questo Giobbe non è tanto la figura della pazienza e della rassegnazione, come la si è voluta tradizionalmente dipingere, bensì una figura della lotta. La sua fede non cede ma insiste nell’incontrare Dio faccia a faccia» [pagg.189-190].

Massimo Recalcati dà quindi spazio al libro del Qohelet o Ecclesiaste e al tema della caducità della vita, mai tanto presente nella Bibbia come in questo libro. Tutto è un soffio. Se da una parte il testo biblico ci propone un uomo creato a immagine di Dio, dall’altra ci propone l’umano che torna inesorabilmente al nulla da cui proviene. L’uomo come splendore e polvere insieme. Naturalmente l’uomo ispirato da Dio e autore del libro sapienziale ci invita, proprio perché la vita è un soffio, a cercare Dio e ad affidarsi totalmente al Suo progetto per noi.

Il libro di Recalcati andrebbe letto non soltanto per condividere o meno le tesi dell’autore, ma soprattutto per liberarci una volta per tutte dall’idea che i miti presentati nella Bibbia siano banali favolette da raccontare ai bambini o, ancora peggio, storie da interpretare letteralmente. I generi letterari usati nella Bibbia sono numerosi (il mito, la saga, la storia, la profezia, la parabola….). Citiamo Bruno Barberis dal suo libro La BIBBIA. Una storia, due autori: Dio e l’uomo, da noi presentato mesi fa: «Il mito ci racconta, sotto forma di storia, realtà che sono al di là del tempo e dello spazio, che sono il fondamento della vita umana. I miti nascono allo scopo di riflettere sui grandi interrogativi che interessano l’uomo: da dove viene il mondo? Perché l’uomo esiste? Perché la sofferenza? Perché la morte? Perché l’attrazione tra i sessi? Perché molti popoli e molte lingue? …Invece di trattare tali problemi in modo astratto ed erudito, i miti lo fanno sotto forma di storie ambientate in un mondo immaginario e in un tempo antecedente la comparsa dell’uomo, il tempo degli dei. Le storie mitiche sono pertanto le prime profonde riflessioni dell’umanità».

 

10 Massimo Recalcati

 

Aprile 2024

Un libro al mese... una proposta della redazione per riflettere: temi contemporanei, esperienze e spunti per la nostra esistenza. La redazione riceve volentieri suggerimenti e indicazioni, riservandosi la scelta delle recensioni da pubblicare.

In occasione della festa della Donna, 8 marzo.

09 Luigi Maria Epicopo Le affidabili Storie di donne nella bibbia

«In un momento storico come il nostro in cui ci interroghiamo molto spesso su quale ruolo le donne debbano avere nella Chiesa, dovremmo forse rivolgerci proprio alla Parola di Dio per accorgerci che esse non solo hanno ben diritto ad essere parte attiva nella vita della Chiesa, ma che il loro contributo è già abbastanza evidente in tutta la sua storia…» [pag. 9].

Con queste parole, don Luigi Maria Epicoco, giovane presbitero, teologo e filosofo della diocesi di L’Aquila, nonché autore di numerosi libri di spiritualità cristiana tradotti in varie lingue, inizia il suo libro dedicato alla figura di alcune donne protagoniste nella Bibbia (Antico e Nuovo Testamento).

Definire il femminile presente nella nostra fede cristiana, il fondale che rende comprensibile il cristianesimo, è un bel tributo che si offre alla donna.

«La Bibbia è costruita attraverso storie di uomini, più o meno grandi, che sbagliano e si rimettono in piedi, santi e peccatori [] ma non capiremmo nulla della storia di queste persone [] se non avessero alle spalle un grande fondale che è il fondale delle donne» [pag. 74].

E questo fondale l’autore esplora mediante i concetti di eccezione, essenziale, fiducia, perdono, relazione definiti attraverso altrettante figure femminili.

Come ricorda san Paolo noi non siamo giustificati perché siamo nella Legge, ma perché Cristo, dando compimento alla Legge, ci ha resi più liberi, più creativi e responsabili delle nostre azioni. Anche Dio per amarci è capace di andare oltre la Legge, di compiere delle eccezioni che rendono la Legge al servizio dell’Amore. Perché noi valiamo più della Legge, più della regola. E quando uno si sente amato con questo di più, con questa eccezione, non può rimanere indifferente. Dio mescola le carte in modo tale da creare un’eccezione pur di amarci. Tutta la storia della salvezza è piena di eccezioni e che non diventeranno mai regola, ma renderanno la Legge qualcosa di scelto per Amore e non per paura.

Lo testimonia la storia di Tamar la cananea. Rimasta vedova si vede negare dal suocero il diritto di sposare uno degli altri suoi figli, si finge quindi prostituta e giace con il suocero pur di entrare nella discendenza che porterà a Gesù. Dio permette questa eccezione, questa trasgressione della Legge per scrivere la storia della salvezza.

Racab di Gerico, questa volta prostituta vera, di mestiere, diventata moglie di Giosuè. Dio può tirar fuori salvezza anche da una situazione corrotta. Ovviamente Dio non lascia mai che le eccezioni diventino regola, e non è che per il fatto che Dio ci ama, allora tutto è concesso, ma è la misericordia a portare questa donna, a un certo punto della sua storia, a rompere con il suo passato.

Vi è poi la storia di Ruth la moabita, di Betsabea, moglie di Uria l’ittita e di Maria che, a ben guardare, ha una gravidanza fuori dalla Legge. Il problema serio della nostra vita non sono i nostri peccati, le nostre povertà, bensì la superbia con cui non permettiamo all’Amore di Dio di entrare nella nostra miseria. È questo il vero peccato di Giuda.

Marta e Maria, nel Vangelo di Luca. Dentro ad ognuno di noi è nascosta una Marta con una Maria. A volte ha il sopravvento la prima, quando ci affanniamo, pensiamo alle cose della vita e le separiamo da Dio che vive nel tabernacolo della chiesa, ma non nella nostra quotidianità. A volte lasciamo emergere Maria, colei che non si accontenta di fare, ma si preoccupa del senso di quello che fa, dell’essenziale che dona la ragione ultima a quello che si fa. Contemplare come fa Maria, è riuscire a leggere il senso delle cose.

«Mentre Marta si chiede che cosa deve fare, Maria fa qualcos’altro. Maria cerca la risposta a un’altra domanda: che senso ha quello che sto facendo?» [pag. 40].

Siamo spesso colpiti dall’ansia del fare ma la nostra vita non si giudica dai successi bensì dalle scelte. Gli amici di Gesù quando c’era bisogno di loro, sono scappati tutti quanti. Sotto la Croce sono rimaste le donne, Maria di Magdala e Maria di Cleofa. Le donne, non tutti quegli uomini che poco prima dicevano: «Dovranno passare su di me per prenderti…». C’è Giovanni un adolescente. Si insinua perché incosciente, se fosse stato adulto come gli altri apostoli, si sarebbe nascosto pure lui…

La storia della bella e astuta Giuditta che aiuta il suo popolo con un atto di grande coraggio, sostenuta da una assoluta fiducia in Dio, fiducia che la premierà.

La storia dell’adultera presentata al Cristo dagli scribi per metterlo alla prova: scegliere tra la Legge che impone fedeltà o salvare una persona che ha sbagliato? Spesso noi giudichiamo tutta la persona nell’azione sbagliata che ha compiuto. Qui sta l’equivoco che Gesù ci fa superare attraverso il perdono. Prima di tutto non tratta la donna come una cosa ma come una persona - rivoluzionario per i suoi tempi -, la rimette in piedi e perdonandola dimostra che cosa è veramente l’Amore.

Non possiamo andare oltre per limiti di spazio ma questo libriccino, di sole 125 pagine e di piccolo formato, dalla gustosa ed eloquente copertina rosa confetto, è così ricco di spunti interessanti e moderni che chiede solo di essere letto e meditato.

 

09 Luigi Maria Epicopo

Marzo 2024