“Un banchetto per tutte le genti” è lo slogan scelto per la Giornata Missionaria Mondiale 2024. Lo slogan rimanda al titolo del Messaggio che papa Francesco ha scritto per l’occasione: “Andate e invitate al banchetto tutti (cfr Mt 22,9)”.
Le nostre parrocchie, SS. Annunziata di Pino Torinese e Beata Vergine delle Grazie di Valle Ceppi, hanno raccolto nell'occasione 2000€.
Il messaggio di Papa Francesco è al link Andate e invitate al banchetto tutti.
Torino, Corso Francia 180
Guardate il povero con compassione e Gesù vi guarderà con bontà.
S. Jeanne Jugan
In occasione delle Messe festive del 2 e 3 settembre scorsi nella vostra parrocchia sono stati raccolti per la nostra casa di Torino 3.475,00 euro.
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno donato con generosità.
Un grande ringraziamento per le donazioni offerte a sostegno delle popolazioni della Turchia e della Siria colpite dal terremoto.
Sono stati inviati 4.882€ alla Caritas Italiana che li utilizzerà d'intesa con le comunità locali.
Ringraziamento per le donazioni di 1500€ a favore dell'emergenza Tigray.
Il Centro di Aiuto alla Vita ringrazia per la donazione di 3.154€ che le nostre parrocchie hanno offerto al termine delle celebrazioni eucaristiche.
Anche la nostra comunità partecipa all'appello con una raccolta esclusivamente economica per le popolazioni colpite dal terremoto in Turchia e in Siria.
Le offerte saranno raccolte da domenica 12 fino al 19 febbraio, alle soglie della Quaresima di fraternità, e convogliate verso la Caritas Italiana che le utilizzerà secondo progettualità costruite insieme alle Chiese locali delle due nazioni.
Scrive l’arcivescovo mons. Roberto Repole: “Le tristi notizie che arrivano da Turchia e Siria e le immagini di devastazione che stiamo vedendo non lasciano indifferente il nostro cuore. Il sisma ha colpito territori già provati da conflitti e da gravi problemi, amplificando ulteriormente la fatica di intere popolazioni, ipotecandone il futuro. Le comunità cristiane di quelle terre, antiche per tradizione ma piccole di dimensioni, hanno da subito intrapreso quanto possibile per portare a tutti un segnale di concreta speranza. Chiedono anche alla nostra Chiesa torinese, in comunione con quelle italiane, di sostenerle nell’annunciare una buona notizia a quanti stanno soffrendo”.
Finalmente con noi dopo tre anni di assenza in Italia per le restrizioni COVID,
padre Tonino, della missione di Jangany, nel Sud Madagascar,
che la nostra comunità sosteniene dal 2006 con il sostegno scolastico,
vero motore di sviluppo del villaggio.
La sua testimonianza del drammatico momento del villaggio,
dopo 30 anni di crescita,
senza acqua potabile per 10.000 persone
a causa dei cambiamenti climatici.
AMICI DI JANGANY ODV
IBAN IT59U0306909606100000180363
Causale JANGANY HA SETE ACQUA PER VIVERE
Di seguito la commovente lettera di don Renato, certamente una santa persona che “mendica” oggi piccoli aiuti e da tanti amici; superata una grave situazione di salute torna a operare come ha sempre fatto con le sue impensabili (per noi) esperienze di scuola su unità mobili, le barche. In coda alla lettera un breve filmato-testimonianza.
Si possono portare offerte in segreteria parrocchiale oppure con un bonifico
Parrocchia SS Annunziata
IBAN IT69L0200830760000103465579
Causale: Un aiuto a don Renato Rosso
Lettera di don Renato Rosso, missionario in Bangladesh
Carissimi, dal gennaio 2022 mi sono fermato in Bangladesh per curarmi della lebbra che ho contratto lo scorso anno: faccio tre sedute di terapia ogni settimana nell'ospedale per malati di lebbra; i medici mi dicono che la cura dura un anno, quindi restano ancora sei mesi.
Due settimane fa, in seguito a malessere, mi sono ricoverato in un piccolo ospedale; ma dopo due giorni la mia situazione respiratoria problematica mi ha forzato ad andare in un altro ospedale, il migliore della città di Khulna. Nei due giorni seguenti sono passato in tre reparti diversi sempre più organizzati fino all'unità intensiva. Io non riuscivo a respirare e mi sentivo morire. Si trattava di un versamento pleurico con polmonite virale e la complicazione di un COVID-19 molto aggressiva (quando in Bangladesh quasi non esiste il problema COVID). A mezzanotte, con molta umiltà, il responsabile dell'unità intensiva mi comunicò che non ce la facevano a salvarmi: in 18 ore non erano riuscito a far salire l'ossigeno da 91 e Io andavo peggiorando.
I cari Saveriani missionari in Bangladesh da quel momento presero in mano la situazione con la decisione di trasportarmi in autoambulanza alla capitale nell'unico ospedale che avrebbe potuto tentare di farmi sopravvivere. Il Superiore dei Saveriani mi accompagnò personalmente nell'autoambulanza - 5 ore di viaggio mentre stavo morendo - e rimase alla capitale per 10 giorni, visitandomi ogni giorno, facendo I pagamenti ogni due giorni fino alla dimissione. Solo dopo sette giorni il primario di quel settore ospedaliero mi disse che da quel momento si poteva sperare di farcela. Per tre giorni sono stato tra la vita e la morte sentendomi soffocare e anche convinto che non sarei sopravvissuto. É stata una delle più grandi fatiche della mia vita, ma è la stessa fatica che hanno fatto in tanti, almeno quello che poi sono morti di COVID.
I Saveriani per tirarmi su da quel pozzo hanno anticipato quasi 5000€ e non esistevano alternative. Ovviamente tutto viene restituito. Poiché qualcuno di voi mi disse che avrebbe voluto contribuire a questa spesa e da parte mia non voglio usare dei soldi per I poveri, accetto di fare il mendicante.
Siamo in tanti amici per cui sono sufficienti piccole offerte, anche 10€ e copriremo la spesa. I bengalesi poveri quando devono affrontare una grossa operazione in ospedale o una grande spesa fanno la colletta tra gli amici e chi ne ha tanti risolve il problema. Io sono stato aiutato e adesso voglio aiutare gli altri.
Jangany, 19 maggio 2022
Carissimo don Mimmo e carissimi della parrocchia SS. Annunziata,
giungo a voi per ringraziarvi del sostegno scolastico che ci avete offerto, un sostegno che non è solo economico ma che sento pieno di affetto per la nostra vicenda. Ho ricevuto 7.045€, una cifra importante con cui siamo riusciti a sostenere tutti i bambini e i ragazzi più poveri della scuola, nonostante il costo crescente del riso causato dalla drammatica siccità.
Proprio su questo punto vengo anche a voi per condividere un momento molto duro che stiamo vivendo qui a Jangany. Da tre anni ormai non piove, anche il passaggio di due cicloni violenti e grandi come l’Italia, che ci hanno appena sfiorato, non hanno portato acqua sufficiente alle risaie.
L'economia di Jangany è basata per il 90% sull'agricoltura e sull'allevamento. Il terreno di Jangany è spazioso e, se la pioggia è sufficiente, produce bene. Mancando l'acqua, viene meno il lavoro (disoccupazione), diminuisce la possibilità di alimentazione, aumentano i furti e l'insicurezza, viene scoraggiata la voglia di dimorare in città.
Il punto è che ora non solo ci avviamo verso una nuova carestia, ma purtroppo persino la disponibilità di ACQUA POTABILE è insufficiente.
Già da questo mese di maggio, il 60% dei pozzi, scavati a mano dagli abitanti di Jangany, profondi 15 metri, sono in via di esaurimento. Prevediamo che, nel mese di giugno, l'esaurimento dell'acqua sarà ancora più pesante. Immaginate in che situazione saremo nei mesi di luglio-agosto-settembre-ottobre.
Grazie agli aiuti ricevuti abbiamo potuto realizzare 4 forages profondi 60 metri e con l’utilizzo di pompe abbiamo un po’ di acqua disponibile, ma troppo poca per una popolazione che tocca ormai quasi 10.000 abitanti. Dovremo realizzarne altri e necessariamente aumentare i pannelli solari per avere l’energia necessaria al loro funzionamento. Questo progetto richiederà molti soldi.
Chiediamo insieme l’aiuto di Dio perché si possa trovare una soluzione. Che il Signore ci aiuti a superare anche questo momento come già si è reso presente in molti momenti difficili.
Vi saluto con riconoscenza. I cristiani di Jangany vi sono vicini con la loro preghiera.
Affezionatissimo, padre Tonino
Il 16 maggio 2022 il SERMIG ha ringraziato per la donazione di 250€ assicurandone la destinazione e aggiungendo "Ogni giorno ricordiamo tutti gli amici che chiedono preghiera e amano i poveri". I 250€ vanno naturalmente ad aggiungersi ai precedenti 1800€ frutto della serata di preghiera del 28 marzo scorso.
Jérémie 17 11 2021
Carissimo Don Mimmo e Comunità parrocchiale,
a grandi passi ormai ci avviamo verso la fine di questo 2021, un anno veramente molto difficile e tragico per Haiti.
Un anno che è stato marcato, durante i primi sei mesi, da profonde lotte di potere che hanno diviso il Paese, impoverito ulteriormente la popolazione e hanno portato Haiti sulla soglia della guerra civile; tensioni e lotte intestine che sono sfociate nell’uccisione, nella sua residenza, del presidente della Repubblica, Jovenel Moise, all’inizio dell’estate.
Il Paese stava appena riprendendosi da questo tremendo shock quando un terremoto di magnitudo 7,2 (seguito da una tempesta tropicale) ha devastato il sud di Haiti ed in particolare l’entroterra montagnoso di Jérémie, la cittadina dove vivo e lavoro da quasi venti anni. Il terremoto ha portato con sé morte e devastazione: solo nella nostra regione diverse migliaia di persone sono state ferite, un migliaio, ufficialmente, di persone decedute ed il territorio montagnoso devastato da mostruose slavine di terra e rocce che hanno abbattuto le misere abitazioni contadine, portato via tutte le coltivazioni, distrutto le già precarie vie di comunicazione, coperto le sorgenti e invaso i fondivalle e i letti dei fiumi.
A questa contesto disastroso, causato dalla catastrofe naturale, si è sovrapposta la situazione gravissima della capitale, Port Au Prince, che da mesi è in mano di gangs armate sino ai denti che si sono spartite il controllo dei diversi quartieri e spadroneggiano con efferata violenza (sequestri di persona, stupri, furti, …). La presenza di queste bande armate sta strangolando Haiti e facendo soffrire tutta la Nazione; le bande, tra l’altro, controllano l’entrata e l’uscita dalla capitale e impediscono la distribuzione attraverso il Paese del carburante bloccando di fatto tutto Haiti ed il funzionamento, già molto precario, delle istituzioni (ospedali, scuole, uffici, banche, …. trasporti in comune), con un aumento spaventoso del costo della vita.
L’aspetto più grave rimane il fatto che la Comunità internazionale è indifferente davanti a questa crisi infinita!
Malgrado questa situazione assai difficile abbiamo cercato di continuare con le diverse attività e progetti.
Sicuramente il progetto che più ha sofferto della difficile situazione è stato la costruzione dell’ospedale, speriamo che il 2022 ci permetta di riprendere con slancio, per cominciare a vedere la fine di questa opera tanto attesa dalla popolazione di Jérémie.
La situazione di impoverimento generalizzato ci ha portato ad aumentare i nostri sforzi a favore delle fasce più fragili della popolazione, in particolare i malati. Durante tutto l’anno, grazie a quanto arrivato dall’Italia via container, abbiano continuato con la distribuzione gratuita delle medicine, degli alimentari, di altri beni di prima necessità, di vestiti soprattutto per l’infanzia e del materiale scolastico. Grazie agli aiuti economici abbiamo potuto aiutare diverse famiglie nel momento di gravi malattie, nel pagamento di rette scolastiche, nell’affitto di modeste abitazioni.
Attraverso poi, il programma di “adozioni a distanza” è stato possibile continuare a seguire da vicino una quindicina di bambini e giovani che hanno potuto andare a scuola regolarmente ed essere aiutati nelle necessità di ogni giorno.
Dal sisma in poi, siamo andati in aiuto alle popolazioni terremotate con aiuti economici mirati ed organizzando alcune cliniche mobili nelle zone più devastate, un’occasione per distribuire anche beni di prima necessità.
Questo è un po’ il quadro di quanto abbiamo fatto e stiamo portando avanti a tutt’oggi, intendiamo proseguire con queste attività sperando in aiuti che possano permetterci di continuare con questo programma.
Grazie di cuore per la vostra vicinanza, preghiera e generosità che ci permette di seminare semi di carità cristiana e di speranza!
Buon Avvento a tutti Voi, che l’attesa per la venuta del Bambino Gesù sulla terra possa portare frutti di fraternità.
p. Massimo Miraglio, camilliano (Jérémie – Haiti)
Le offerte raccolte sono interamente devolute alle emergenze umanitarie delle 1.4 milioni di persone che stanno morendo di fame nel Grande Sud del Madagascar (attraverso l'opera di padreTonino) e dei 12.000 feriti e 2000 morti per il terremoto di HAITI (attraverso l'opera di padre Massimo).
Aggiorniamo l'importo delle offerte nel titolo perchè , dopo i primi 1650€ ne sono sopraggiunti altri presso l'associazione Santa Maria del Pino.
Dante il 17 settembre a sostegno della catastrofe umanitaria a sud di Jangany e dell'emergenza HAITI
Sul sagrato della chiesa di Pino Torinese, le parole di Dante accompagnate dalla musica
Venerdì 17 settembre alle ore 20.45
Le offerte raccolte in occasione dell'evento sono interamente devolute alle emergenze umanitarie delle 1.4 milioni di persone che stanno morendo di fame nel Grande Sud del Madagascar (attraverso l'opera di padreTonino) e dei 12.000 feriti e 2000 morti per il terremoto di HAITI (attraverso l'opera di padre Massimo).
Una occasione in cui esserci.
Nell'incomprensibile silenzio di tutti si sta consumando una tragedia di proporzioni sconcertanti: la parte meridionale del Madagascar sta vivendo la peggiore siccità degli ultimi 40 anni; 1.2/1.4 milioni di persone (stime fluttuanti OMS di questi mesi) stanno morendo di fame per una carestia portata da quattro anni di siccità.
Si tratta della prima carestia della storia moderna causata esclusivamente dai cambiamenti climatici.
Chi vuole offrire il proprio aiuto può farlo come anche di consueto agli amici di Jangany attraverso
SHALOM Onlus
IBAN IT23C0306909606100000016561
causale “JANGANY ACCOGLIE”
oppure presso la segreteria parrocchiale
Nel febbraio 2021 prese avvio una migrazione verso nord senza precedenti di migliaia di persone. Circa 500 persone si fermarono presso il villaggio di Jangany - che da anni la nostra comunità parrocchiale sostiene attraverso il sostegno scolastico; con il progetto JANGANY ACCOGLIE abbiamo aiutato i poveri di Jangany a sostenere poveri più poveri di loro offrendo il cibo di emergenza, un tetto, un pezzo di terra per lavorare e l'inserimento dei figli nella scuola. Poi il flusso migratorio si è fermato perchè le persone stremate e sfiduciate hanno scelto di morire là. Pochi giornalisti fanno giungere informazioni.
Scrive padre Tonino, il missionario di Jangany "Già a cominciare da Isoanala (160 km. da Jangany) per continuare con Beraketa, Antanimora, Bekily, Beloha, Amboasary, Ambovombe, Tsihombe, fino a Fort-Dauphin, in uno spazio di oltre 500 kmq, dovunque risiede un missionario o una comunità di suore, fin dalle 3 del mattino, il cortile è pieno di centinaia di persone che si accovacciano lí tutto il giorno sperando di avere almeno un cucchiaio di riso. Arrivano nel cortile della Missione quelli che hanno ancora energie per camminare. Gli altri restano nei villaggi e muoiono là. Il fenomeno interessa una popolazione di oltre un milione e mezzo di abitanti. Tutto il sud è in quella situazione".
Questi poveri rifugiati climatici sono vittime del Tiomena, tempeste di sabbia che ricoprono i campi e distruggono le poche colture possibili e persino i raketa mena, i fichi d’India, abituale cibo da “ultima spiaggia” nelle ricorrenti carestie del passato.
L’erosione del suolo, le temperature sempre più elevate, le invasioni di locuste e questi fenomeni mai visti prima, causati dai cambiamenti climatici, hanno reso impossibili le coltivazioni e la sopravvivenza, con quella poca acqua estratta da buche nel subalveo dei fiumi in secca, dopo una stagione delle piogge che va da novembre a dicembre, con un solo giorno di pioggia. Alla conta dei morti per denutrizione si aggiungono quelli per diarree infantili e ogni tipo possibile di parassitosi intestinali infantili.
Le Nazioni Unite e il Programma di Alimentazione Mondiale (WFP - World Food Program) da mesi segnalano quello che sarebbe stato il dramma prevedibile.
Nel tentativo di allontanare la fame le persone mangiano argilla, termiti, cenere, pelli di zebù, locuste e varie altre sostanze non commestibili.
In alcuni villaggi mangiano la suola delle scarpe facendola bollire: lacera lo stomaco ma lo riempie.
Abbiamo esteso il nostro aiuto oltre Jangany offerto un primo aiuto di 10.000€ che attraverso padre Tonino e il suo confratello padre Ruiz raggiungerà quindi le zone epicentro della crisi.
Così scrive il 26 agosto padre Tonino:
Ti informo sull'operazione “affamati del Sud”. Con 10.000 €, stiamo facendo arrivare n. 2 tonnellate di riso a ognuno di questi n. 9 centri sparsi nei posti più colpiti del sud (puoi seguire sulla carta geografica partendo da AMBOVOMBÉ, centro più importante del territorio Androy):
- Ambovombé
- Amboasary
- Bekily
- Beloha
- Tsihombé
- Antanimora
- Beraketa
- Isoanala
- Betroka.
In ognuno di questi centri c'è una casa delle Figlie della Carità o delle Suore Nazarene di Torino che distribuisce il riso agli affamati. Lavorano in quel territorio i miei confratelli spagnoli.
Ho chiesto di coordinare tutta l'operazione al padre Antonio Ruiz Cueto, che conosco bene. Ha accettato volentieri l'incarico e si sa muovere bene per acquistare e far arrivare il riso a ognuno dei sette centri partendo da Beraketa fino ad Ambovombé.
Per gli emigrati a Betroka e Isoanala, stiamo seguendo le operazioni padre Fahamaro ed io direttamente. La superiora delle Figlie della Carità di Betroka è quella suor Honorine che tu hai conosciuto come superiora in gamba qui a Jangany.
L'operazione è in corso e riceverai qualche informazione anche da padre Antonio Ruiz Cueto e dai vari centri in attività.
Chiaramente, tutto il sud sta esprimendo la sua gratitudine […]. Un grande grazie anche da me e da tutti noi di Jangany.
padre Tonino
Articoli approfonditi si possono trovare sulla newsletter 48 degli Amici di Jangany:
https://drive.google.com/file/d/1MDnkM0Z89lYq0kJX-xCxhEVTZOYaRW6-/view?usp=sharing
Indirizziamo le donazioni come sempre
all' Associazione Madian Orizzonti
IBAN IT22S0200801046000101096394
causale “Emergenza terremoto Haiti”
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